Molto spesso sentire ed ascoltare sono parole utilizzate come sinonimi. In psicologia tuttavia c’è una netta differenza tra i due termini:
Quando sentiamo non prestiamo troppa attenzione a ciò che ci viene detto. Reagiamo passivamente alle parole, quasi come se fossero una semplice sequenza di suoni.
L’ascolto è un atto ben più difficile e profondo: ascoltare significa dirigere tutti gli sforzi cognitivi sulle parole dell’interlocutore, esiste dunque un’intenzionalità (che è quella di rimanere attenti alla conversazione) e i sensi sono focalizzati a comprendere il discorso che riferisce l’altro.
È possibile imparare ad ascoltare?
Un proverbio orientale dice: “Non c’è peggior maleducato di chi inizia a parlare prima che il suo interlocutore abbia terminato“. Effettivamente nella logica collettiva delle buone maniere, interrompere l’altro è un atto poco rispettoso. Ma questo succede quando si pensa già ad una rielaborazione delle parole dell’altro e, quasi spontaneamente, si riferisce la propria visione non concludendo l’atto di ascolto. Dunque risulta importante rispettare i turni di parola.
La mente umana è complessa ma molto affascinante; ognuno di noi è dotato di meccanismi di rispecchiamento che permettono di mettersi nei panni dell’altro: quasi come se fosse una reazione spontanea percepiamo se l’altro ha finito o meno di parlare ed, allo stesso modo, percepiamo le emozioni contenute nelle parole e nei silenzi. Dunque per comprendere quando intervenire la chiave sta nell‘ attenzione che bisogna riporre ad ogni passo della comunicazione. Inoltre, risulta importante rispettare e dar senso ai silenzi: anche questi sono un atto comunicativo e non vanno colmati necessariamente con le parole.
Un ascolto attivo ed attento tuttavia richiede anche delle riformulazioni da parte di chi ascolta: molto importante risulta la componente del giudizio! Più ci si sente giudicati e meno si sarà trasparenti nella comunicazione. Dunque evitate giudizi (“tu sei…” “mi sembri simile a…” “secondo me…”) e consigli sistematici (” dovresti fare questo…”) e valorizzate le parole dell’altro facendolo giungere ad una conclusione che gli sembri sensata.
Per un ascolto attivo:
Non guardate altrove: altrimenti la persona non si sentirà presa in considerazione
Non fate altro nel mentre: spesso chi fa altro si concentra sull’azione più che sull’ascolto
Non fate troppe domande: aspettate che l’altro abbia finito il discorso prima di porgli quesiti, questo risparmierà molte interruzioni
Mostrate interesse: cenni di assenso, che permettono di comprendere la vostra presenza nel discorso
Non siate aggressivi: questo genera chiusura da parte di chi parla
Non fraintendete: piuttosto chiedete di ripetere con altre parole
Ricordatevi che l’atto di ascoltare è fortemente connesso anche al corpo: le persone si accorgono facilmente della distrazione anche attraverso il linguaggio non verbale.
Ascoltare potrebbe aiutarvi a conoscere e comprendere meglio il vostro interlocutore, scoprire parti di lui/lei che non sapevate o non avevate mai compreso a pieno.
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